Premessa
Durante il soggiorno in Mongolia è stato possibile chiarire molti aspetti dell'intervento che la Missione Consolata intende realizzare ad Arvaykheer.
La città si trova nella regione di Ovorkhangai , ad un'altezza di 1913 mt , distante circa 450 km dalla capitale Ulaambataar. Nei giorni trascorsi con i missionari sono stati studiati 4 progetti alternativi di residenza che rispondessero alle esigenze della committenza e una bozza di masterplan dell'intero intervento. Di queste i missionari (I Padri Ernesto e Giorgio, Le Suore Giovanna, Lucia e Sandra), dopo una riflessione ne hanno scelte due (una soluzione su un solo piano e una su due piani) che sono state maggiormente sviluppate e spedite alla sede romana della Consolata per una valutazione e una scelta.
Le informazione raccolte sul sistema burocratico e sulle pratiche da avviare per ottenere il permesso di costruire hanno fatto cadere l'ipotesi di incominciare subito la costruzione della residenza. Ipotesi questa che i missionari avevano pensato possibile osservando le pratiche di autocostruzione dei locali. In realtà è emerso che esiste un sistema burocratico e di controllo piuttosto rigoroso che se viene ”flessibilmente” applicato per gli indigeni per gli investimenti stranieri è richiesto sia rigidamente rispettato. Da questa constatazione è derivata la decisione di rimandare l'inizio del cantiere alla prossima primavera.
Cenni di inquadramento sulla condizione socioeconomica in Mongolia
La Mongolia è una repubblica parlamentare, con un territorio di 1.500.000 kmq ed una popolazione di 2.900.000 abitanti ed una bassissima densità abitativa.
Il paese è indipendente dal 1921 quando con l'aiuto dell'Unione Sovietica ha ottenuto liberazione dalla dominazione cinese. Da Allora fino alla caduta del muro di Berlino i rapporti con i russi sono stati stretti, di fatto la Mongolia ha vissuto sotto l'influenza sovietica che ha realizzato le infrastrutture del paese e ne ha condizionato la cultura. Dopo lo scioglimento dell'Unione Sovietica le condizioni di vita e l'economia hanno avuto un sensibile peggioramento. Negli ultimi anni il paese è invece in forte e dinamica crescita, tuttavia le disparità sociali stanno aumentando e la ricchezza non si distribuisce su tutta la popolazione ma su una piccola percentuale di nuova borghesia. L'economia è essenzialmente basata sull'allevamento anche se il paese possiede materie prime lo cui sfruttamento è delegato a società estere. Il 36% della popolazione vive sotto la soglia della povertà (dato anno 2004).
Lo stile di vita nomade è molto diffuso, uno stile di vita semplice in cui le famiglie vivono in tende circolari di 30 mq (gher) spostandosi nella immensa steppa e la cui sussistenza dipende dall'allevamento. Nella capitale vivono circa 1.000.000 di persone (1/3della popolazione).
La situazione religiosa è la seguente: 50% buddismo lamaista, 40% ateismo, 6% shamanesimo e cristianesimo, 4% islamismo
Il clima invernale è molto rigido, la temperatura può arrivare anche sotto i - 40°C; l'estate è invece temperata.
Masterplan intervento (elementi del progetto)
Il progetto prevede la costruzione di una residenza per i missionari (suore e preti), un centro sociale, e una chiesa.
Queste tre fasi hanno tempi di realizzazioni diverse. La prima è la residenza ed è la più urgente perché consente ai missionari di non dover più pagare l'affitto (piuttosto oneroso) e quindi di destinare le risorse economiche risparmiate all'aiuto della popolazione bisognosa. Dello stato di fatto questa parte si è già detto nella premessa.
La seconda fase è quella del centro sociale. Questa è indubbiamente la parte più interessante per noi. Le funzioni a cui dovrebbe assolvere questo luogo di assistenza alle fasce deboli della popolazione. In primo luogo è rivolta ai bambini, lo spazio dovrebbe contenere alcune sale per poter effettuare lezioni (fungendo in qualche modo da doposcuola), in particolare l'insegnamento dell'inglese sarebbe gradito. Un'altra utenza è quella degli anziani che durante l'inverno non hanno luoghi di incontro e spesso passano il tempo in solitudine (o in compagnia della vodka). Qui potrebbero riunirsi per trascorrere il tempo giocando a carte, scacchi (gioco molto diffuso) o giochi tradizionali mongoli.
Un'altra possibile utenza e quella delle donne che nel centro potrebbero trovarsi per avviare attività artigianali.
Sopratutto il centro sociale accoglierebbe i bisognosi, in particolare durante il rigido inverno, qui potrebbero trovare accoglienza, un ambiente riscaldato, delle docce dove lavarsi (La rete idrica è quasi inesistente e quindi non solo le tende ma spesso anche le case sono prive di servizi igienici), e del suntezé (te caldo al latte) e qualche genere di conforto. Dopo alcune riflessioni in comune con i missionari si è giunti ad una prima ipotesi che prevede il centro sociale possa essere composto da una grande sala polivalente per riunioni, conferenze e cinema, delle piccole sale per attività didattiche per i vari gradi di istruzione, attività ludiche o di lavoro artigianale, un bagno pubblico con docce di servizio alla città, una cucinotta per scaldare le bevande da offrire ai frequentatori e visitatori del centro. Inoltre si è deciso di riservare un'area all'aperto per giochi e sport da praticare nella stagione estivai.
Questo punto sarà da sviluppare è rappresenta il cuore dell'intervento di Asf, (magari con un'azione di architettura partecipata).La casa dei missionaria è necessaria essendo loro a gestire e far funzionare il centro sociale.
La progettazione della Chiesa credo esuli dall'intervento di ASF.
Il sito
Il sito dell'intervento visibile nell'apposito capitolo del blog ha una superficie di circa 9.500 mq. La conformazione del terreno e quella tipica della steppa con dolci colline erbose, il terreno di proprietà della missione consolata è in pendenza con un dislivello di 4 m.
Il lotto è a ridosso di una strada costruita in trincea, e le piogge formano un ristagno di acqua piuttosto consistente che entra anche nel lotto di proprietà della missione Consolata. E' necessario prevedere dei lavori di drenaggio, per altro non molto complicato perché nelle vicinanze è presente una canalizzazione delle acque per l'attraversamento della trincea stradale.
Il sito è localizzato in un area non servita dalla rete idrica. (Si sta valutando l'ipotesi di realizzare un pozzo)
Tempi e costi; la burocrazia mongola
Come si è accennato nella premessa la burocrazia Mongola è avanzata, di tipo occidentale, anzi di tipo sovietico. Per ottenere il permesso è necessario produrre un progetto esecutivo architettonico, impiantistico, strutturale ed un computo metrico estimativo dettagliato. Nella regione di Ovorkhangai, a quanto ci ha detto l'impresario edile che abbiamo incontrato sono pochi gli studi che sono in grado di produrre questo materiale; mentre diverso e nella capitale dove i missionari chiederanno dei preventivi. Il nostro compito è da definire, arrivare ad un preliminare, ad un definitivo o un esecutivo? Sicuramente è necessaria la collaborazione (cooperazione) con uno studio locale se non altro per la traduzione e la realizzazione del computo metrico. (Potrebbe essere anche questa occasione per ASF di proporre un “valore aggiunto” all'operazione)
I costi che ci ha fornito l'impresario locale (i cui tecnici sono in grado di redarre i documenti necessari) sono i seguenti:
6.000.000 di tugrik (poco + di 3.600 euro)
divisi in:
3.000.0000 per la redazione dei disegni (a partire dalle nostre indicazioni)
3.000.0000 per il computo metrico estimativo
I costi di costruzione della residenza dei missionari sono stati così stimati nel seguente modo:
440 mq x 350 (US dollar) = 150.000 ( US dollar) = 110.000 euro
percentuale compenso circa 3,3 % dell'importo lavori
(I missionari prossimamente chiederanno alcuni preventivi per verificare i costi)
Tempo necessario per produrre gli elaborati da parte di uno studio locale: 45gg circa
(il tempo dipende dall'approfondimento dei nostri disegni può variare da 1 mese fino a 2)
Tempo necessario per l'approvazione: 1 settimana (salvo imprevisti tecnici o politici)
Inizio lavori: Marzo 2008
Fine lavori: Entro novembre 2008
L'apporto di ASF (etica dell'intervento e tecnologie energetiche “pulite”)
L'intervento di Arvaikheer rispetta lo statuto di ASF e rientra nei principi espressi nella Carta di Barcellona in quanto è indirizzato “ai settori più svantaggiati della popolazione” ed è un progetto di edilizia sociale.
Restano tuttavia da sviluppare le sinergie con le potenzialità locali avviando la “creazione di spazi di interscambio” che siano virtuosi e possano essere fautrici di sviluppo per il futuro. Un'idea potrebbe essere quella di inserire nel progetto un workshop con studenti di architettura mongoli e progettare il centro sociale attraverso la partecipazione della popolazione locale (architettura partecipata).
Per rientrare all'interno degli scopi di ASF va posta inoltre attenzione alla sostenibilità ambientale ed energetica.
Per esempio si dovrà prevedere l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili che integrino o sostituiscano l'uso dei derivati del petrolio e del carbone (Il combustibile maggiormente usato in mongolia per la produzione sia di calore che di energia, senza nessuna precauzione per il filtraggio dei fumi da combustione). Una fonte possibile è il vento che in questa regione è costante e sostenuto durante tutto l'anno, oltre ovviamente all'energia solare.
Si cercarà anche di utilizzare il più possibile materiali da costrizione di produzione locale e non di importazione. Nel nostro soggiorno ad Arvaykheer abbiamo visitato una fabbrica per la produzione di mattoni di laterizio che, pur non essendo di eccelsa qualità, potranno essere impiegati per la realizzazione del progetto. (Il forno è alimentato a carbone e produce 18.000 mattoni a ciclo, la produzione avviene da aprile a novembre, la fabbrica impiega 50 operai con turni dalle 8.00 alle 20.00, l'argilla proviene da un sito a 35 km di distanza, i macchinari per la miscela e la trafilatura sono di produzione cinese). I missionari durante l'inverno cercheranno altre realtà produttive che possano concorrere all'esecuzione del progetto.
Architettura:”Un progetto il meno possibile acculturato”, ASF in Mongolia
Il contesto in cui si inserisce l'intervento è quello del gher district. Si tratta di una lottizzazione di aree recintate con palizzate di legno grezzo al cui interno sono posizionate le gher (tende tradizionali mongole ,anche dette yurt dal russo : http://en.wikipedia.org/wiki/Yurt ) o piccole case che solitamente non superano i due piani con tetto a falda in lamiera colorata.
Le richieste della nostra committenza sono quelle di avere un architettura sobria che si inserisca nel contesto culturale e non abbia un'immagine troppo sofisticata o originale. Letteralmente ci è stato chiesto un progetto “il meno possibile acculturato”.
Tuttavia bisogna rilevare che se la tradizione costruttiva dell'edilizia è quella russa le spinte attuali e le ambizioni dei mongoli sono improntate ad un'immagine architettonica globalizzata. I riferimenti che i mongoli hanno sono quelli che vengono dalla televisione e dai film americani, (Non esiste legge sul copyright e l'emittente nazionale trasmette in anteprima i film prodotti ad Hollywood). Visti i ritmi di sviluppo attuali è probabile che l'edilizia subirà nei prossimi decenni un sostanziale cambiamento omologandosi alla cultura occidentale.
Per noi la criticità della richiesta della committenza sta nell'apporto di elementi di bio architettura che potrebbero essere stranianti rispetto alle contesto edilizio corrente. Dovremmo quindi muoverci garantendo sia le esigenze della committenza di rispetto culturale locale, sia la tutela dell'ambiente proponendo degli edifici sostenibili.
Per la parte di progetto già studiata qualche scelta è stata fatta, ad esempio l'utilizzo del rivestimento in mattoni di produzione locale o 'utilizzo della lamiera nella copertura
venerdì 21 settembre 2007
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